Cinquecento.
A tanto ammonta il numero di etichette all’interno della carta vini di Meraviglioso Osteria
Moderna.
Una cifra di assoluto rispetto che però non è mera autocelebrazione, altrimenti ogni attenzione – dei clienti, degli addetti ai lavori, degli appassionati – verrebbe ridotta solo al freddo dato statistico.
Una carta vini che si rispetti è invece da un lato frutto di un lavoro nel tempo di attenta ricerca, dall’altro di una vera e propria filosofia della casa. Che trova nel giusto abbinamento con il cibo e i piatti ideati dallo chef il suo coronamento. Meraviglioso Osteria Moderna non fa eccezione a questa regola. E qui sono tutti orgogliosi di presentare ai propri ospiti una scelta di vini tale da poter assecondare tutte le passioni e accontentare ogni curiosità.
Scegliere un vino dopotutto è come viaggiare. Chiudere gli occhi lasciandosi trasportare dall’immaginazione: ammirare i castelli ogni volta che si apre un bianco della Valle della Loira, immaginarsi stesi su un prato quando si avvicina il naso a un calice di sauvignon del Collio, sentirsi abbracciati dalla stessa storia del vino quando si ammira un rosso di Bordeaux. Sono queste solo alcune delle tappe del sentiero enologico che è possibile intraprendere in casa Meraviglioso Osteria Moderna.
Dalla complessità del Piemonte alla rinfrescante acidità della Mosella, dalla finezza dei profumi della Franciacorta a puntate estere che si chiamano Austria, Portogallo, Grecia, California. Fino ad arrivare ai padroni di casa e alla loro storia. Il Primitivo, che a Gioia del Colle arrivò a fine ‘700; il Nero di Troia, che nacque in Puglia agli inizi dell’800; il Negroamaro, con le sue tante sfaccettature, dai rossi di struttura ai rosati che fanno della Puglia una delle capitali mondiali di questa tipologia.
Per finire alla Maison Billecart-Salmon, produttore di Champagne – ampissimo capitolo, questo – che ha scelto Meraviglioso Osteria Moderna quale proprio Ambassade in Italia.
Il tutto servito con la professionalità che si compete a chi sa bene quale eresia sarebbe aprire uno spumante troppo caldo o un rosso troppo freddo. La temperatura di servizio, infatti, è importante quanto il prestigio di un’etichetta e la qualità di una vendemmia.
Con tali premesse, non resta altro che iniziare questo cammino. Con la consapevolezza che una carta vini non è qualcosa di statico, ma anzi è un organismo “vivo”. Che nel tempo cambia, evolve, si trasforma. Per stupire continuamente e regalare sempre nuove sorprese.